AREE INTERNE

Un grande lavoro di squadra, un grande risultato.
Eccoci. Siamo la nuova squadra di Sindaci dell’Area Interna dell‘Appennino Basso Pesarese e Anconetano. Ringraziamo chi ci ha preceduto, perché è stato un percorso faticoso, complesso e fortemente innovativo. In questi
ultimi anni gli amministratori si sono impegnati con grande determinazione per un buon risultato e crediamo sia stato raggiunto.
Con l’Unione Montana del Catria e Nerone quale Ente capofila, siamo nove comuni: Acqualagna, Apecchio, Arcevia, Cagli, Cantiano, Frontone, Piobbico, Sassoferrato e Serra Sant’Abbondio. Ma non possiamo abbassare la
guardia il lavoro che ci aspetta è ancora tanto. Quando nel 2014, nell’ambito della Strategia Nazionale delle Aree Interne, è stato avviato il percorso per l’Area dell’Appennino Basso Pesarese e Anconetano, eravamo consapevoli che questi territori avessero grandi potenzialità ancora inespresse. La crisi economica, lo spopolamento, la contrazione sempre più accentuata dei servizi alla popolazione,  la difficoltà nei collegamenti e la frammentazione amministrativa hanno impedito finora di intraprendere efficacemente nuove vie di sviluppo, facendo tesoro di un capitale umano di grandi esperienza e creatività.
Abbiamo la fortuna di amministrare un territorio di straordinario pregio ambientale, con un patrimonio storico e architettonico significativo e produzioni locali di grande qualità che si stanno imponendo sul mercato.
La sottoscrizione dell’Accordo di Programma Quadro con la Regione Marche e i Ministeri competenti, avvenuta il 21 giugno  2017, ha di fatto sancito la conclusione del percorso strategico di progettazione e l’avvio della fase di attuazione. Siamo orgogliosi di essere stati la seconda Area Interna in Italia ad aver sottoscritto l’Accordo e attualmente la prima nell’attivazione delle misure strategiche. Questo importante risultato va condiviso con voi che abitate e vivete ogni giorno questi splendidi territori.
In queste pagine troverete una sintesi del percorso fatto, ma soprattutto quello che emerge è che le idee e le progettualità proposte hanno sviluppato coerentemente un tema: l’ospitalità. Gli Asili d’Appennino rappresentano
quei luoghi accoglienti dove poter trovare “dimora” e dovranno essere riconosciuti come punti di riferimento sia da chi risiede sia da chi è di passaggio.
In altre parole, vorremmo territori in grado di garantire una buona qualità di vita ai residenti e che possano diventare attrattivi  per chi, viaggiando, li visita.
Il nostro obiettivo è quello di creare le condizioni per far ripartire un’economia di piccola scala, di comunità, legata al turismo esperienziale, alla cultura, alle risorse naturali ed enogastronomiche, che permetta soprattutto ai giovani di trovare motivazioni per vivere qui. Non nascondiamo che vorremmo accogliere nuove imprese, legate a produzioni manifatturiere di qualità e innovative, come quelle che per decenni hanno garantito lavoro a tante famiglie, favorendo il ritorno di un benessere che ora purtroppo non è più così diffuso.
Per tutto questo è nata la necessità di sviluppare progettualità legate a percorsi di istruzione integrati, alla formazione qualificata, alla sperimentazione di servizi innovativi nei settori socio-assistenziale, sanitario, della mobilità, alla valorizzazione della qualità ambientale, che hanno tutte il comune obiettivo di limitare l’isolamento  o almeno la percezione di vivere in un territorio con modeste possibilità di crescita.
Tutto quanto è stato avviato è perché si crede sia doveroso per un amministratore pubblico garantire una buona qualità di vita soprattutto alle fasce di popolazione più fragili, come gli anziani e i giovani.
Gli Asili d’Appennino sono stati concepiti come grandi cantieri/laboratorio: serviranno per produrre idee, attivare progetti, costruire alternative di sviluppo locale. Alla base della concezione degli interventi su cui si sono ormai attivate quasi totalmente le risorse disponibili (circa 10 milioni di euro), c’è la possibilità di innescare percorsi di coinvolgimento attivo di chi opera su questi territori  in nuove progettualità.
Da Bruxelles una conferma: il prossimo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali europei 2021-2027.